Incontro con l’ Autore Davide Giacalone
LeAli all’Italia di Davide Giacalone è un libro impegnato e impegnativo. Richiede una lettura concentrata, attenta, non frettolosa. Un testo non certo facile, accattivante. Un libro che invita alla riflessione più che all’evasione e ci mette di fronte ad una realtà cruda, a tratti persino sgradevole. Ci costringe a prendere coscienza di ciò che siamo, o che siamo diventati, a svegliarci da una sorta di torpore generale che sembra affliggerci, frutto di quella logica dell’ingannare e accudire sempre più diffusa, negli ultimi anni, nel nostro paese.
Giacalone abbraccia nelle sue riflessioni alcuni dei temi oggi più dibattuti: istruzione, giustizia, sanità, pubblica amministrazione, analizzando con lucidità i mali che ci affliggono e proponendo per ognuno di essi una “cura”, un’alternativa possibile, non utopistica.
Il linguaggio, alieno da ogni compiacimento letterario, è quello asciutto, essenziale, dei fatti, così come emergono dai grafici delle rilevazioni statistiche. Sono i dati a parlare e il loro è un linguaggio concreto, impietoso. All’autore non rimane che trarne le conseguenze, interpretarli e comunicarceli, cosa che fa con estrema coerenza e ironia tagliente.
Alcune delle sue analisi sono immediatamente condivisibili, altre possono apparire provocatorie; in ogni caso suscitano la riflessione e il dibattito, di sicuro non lasciano indifferenti.
D’altro canto, se si vuole innescare il cambiamento, bisogna smetterla con gli inganni e le rassicurazioni, avere il coraggio di dire le cose come stanno, di affermare le verità, anche quelle scomode. E Giacalone, in questo come negli altri suoi libri, lo fa: non cerca e non vuole essere neutrale, né insegue facili consensi, non propina slogan preconfezionati. Non fa sconti a nessuno: la sua analisi, scevra da ogni luogocomunismo, racconta un paese dove imperano retorica, populismo, banalità, idiozia, ignoranza, promesse vuote.
Eppure uscirne è possibile: con la ragione, il realismo, l’innovazione, il ritorno alla meritocrazia. Senza rinunciare alla passione, alla nostra identità, all’impegno per la libertà e la democrazia. Di tutti. Senza chiusure.
In un mondo aperto, dove la crescita non solo è possibile ma favorita, il futuro -conclude l’autore- sarà migliore del presente, tutto sta a volerlo vivere anziché cercare di evitarlo.